Cani e linguaggio non verbale
Partiamo da un concetto fondamentale: i nostri amici pelosi apprendono molto di più da quello che facciamo, rispetto a quello che diciamo.
Infatti se noi umani, per natura, prediligiamo una comunicazione di tipo verbale, i cani, per la loro, preferisco quella non verbale.
Noi amiamo parlare, raccontare, spiegare, e proprio attraverso queste attività riusciamo ad esprimerci con efficacia.
Comunichiamo meno attraverso il nostro corpo, cosa che invece i nostri compagni di vita a quattro zampe mettono al primo posto: la postura, l’atteggiamento, come si muovono, racconta molto di loro ed è il loro principale canale comunicativo.
La comunicazione
Esistono tre tipi di comunicazione, scopriamoli insieme!
- VERBALE: è un insieme di abilità che, attraverso l’utilizzo delle parole e la formulazione di frasi, trasmettono delle informazioni a chi ascolta.
- PARAVERBALE: fa riferimento al modo in cui qualcosa viene detto. I fattori che rientrano in questa tipologia di comunicazione sono, ad esempio, il tono di voce, la velocità, il timbro, il volume, la cadenza e l’energia.
- NON VERBALE: comprende tutti quegli aspetti che vanno al di là della parola, e che rientrano nel linguaggio del corpo, come la gestualità, la postura, la mimica facciale e la prossemica.
I cani e la comunicazione
I cani, come abbiamo detto, comunicano principalmente attraverso il non verbale, e talvolta con l’abbaio o i vocalizzi, gli ululati, etc.
Paradossalmente noi potremmo interagire con loro e spiegargli le cose a gesti, muovendo esclusivamente il nostro corpo, senza l’uso della parola, proprio come si fa con gli animali sordi.
Ma allora in che modo possiamo farci capire dal nostro amico fido e, al tempo stesso, migliorare la nostra relazione?

La soluzione più efficace è unire le diverse forme di comunicazione cambiando tono, cadenza, volume e ritmo del nostro parlato e muovendoci in determinati modi.
Attenzione però: per farci “ascoltare” dobbiamo dosare le parole!
Pochi “no!”, chiari e decisi saranno molto più efficaci di tanti discorsi.
Ricordiamoci anche di pronunciare il loro nome il meno possibile, solo quando necessario. In questo modo attireremo sempre la loro attenzione.
Anche per noi è lo stesso, vi capita mai di spazientirvi quando chiamano il vostro nome in continuazione, magari senza un reale bisogno?
Ecco, per fido è la stessa cosa!
Comunicare senza parole: 6 comportamenti efficaci
Vediamo insieme alcuni comandi non verbali, da mettere in pratica subito.
1) É L’ORA DI USCIRE
Prendete pettorina e guinzaglio, abbassatevi e aspettate il cane mettendovi davanti alla porta: arriverà e si farà preparare, senza pronunciare una parola.
2) GIÙ DAL DIVANO, TAVOLO, LETTO!
Spostate fido delicatamente, senza parlare. Se avete un cane già abituato a salirvici, per modificare il suo comportamento, questa operazione dovrà essere ripetuta più volte.
3) SCENDERE DALL’AUTO
Se il cane scalpita, abbia, o altro, vi sedete e aspettate. Lo farete scendere solo quando sarà tranquillo senza bisogno di comandi verbali aggiuntivi.
4) IL RICHIAMO
Aprite e chiudete le braccia, correte o fate finta dalla parte opposta, quando finalmente il cane arriverà tirate fuori la treccia e giocateci.
In questo modo il cane si abituerà a guardarvi e voi non dovrete più controllarlo di continuo.
5) É L’ORA DELLA PAPPA
Se il cane salta, scalpita, abbia, allontanatevi e tornate quando sarà più sereno e tranquillo. La gestione del cibo non sarà più un momento di affanno.
6) FIDO NON TORNA A CASA
Se quando lo richiamate il cane non torna in casa, cercate il suo sguardo, fate un gesto (ad esempio alzate la mano) ed entrare in casa. Dopo un po’ fido capirà che quello è il segnale per rientrare, provare per credere!
Conclusioni
È davvero importante imparare a parlare al cane il meno possibile, in questo modo aumenterete il contatto visivo e di conseguenza migliorerete la relazione.
Per loro la comunicazione verbale è più difficile, trovare un modo per venirsi incontro è la soluzione migliore.
Se subito non riuscite con la sola comunicazione non verbale, vi suggerisco di optare per quella paraverbale: utilizzate suoni tipo lo schiocco del cavallo, quello delle dita, toni di voce quasi teatrali, usate il corpo e il movimento.

Spesso facciamo lunghi discorsi al cane, per la maggior parte mono tono, praticamente un monologo. A voi piacerebbe? Non credo!
Se noi cambiamo questo aspetto della comunicazione, che è più umana che cinofila, vedremo subito dei cambiamenti positivi nel rapporto con l’amico peloso.
In fondo i cani sono come i bambini, guardano molto di più come vi comportate, rispetto a quello che dite.
Fatemi sapere se vedete miglioramenti e cambiamenti!
A presto,
La Mamma Cinofila